lunedì 10 giugno 2013

Elezioni amministrative 2013 e affluenza

Leggendo i commenti ai risultati delle elezioni amministrative 2013 sembra che alcuni vogliano aver ragione anche quando la realtà dà loro torto.
La litania era che "er PD perde perchè ha ddeluso la ggente quando [insert reason]".
Visto che ha vinto (e non regge la scusa "hanno vinto i non apparato", dato che hanno vinto tutti e da per tutto) bisogna inventarsi analisi sociologiche del voto per dimostrare che ha perso lo stesso.

La realtà, semplice semplice, è che negli ultimi dieci anni abbiamo avuto un alternarsi di record positivi e negativi di affluenza a pochi mesi l'uno dall'altro. A votare ci va tanta gente quanta è la copertura mediatica. Ovviamente quanto detto stravolge l'assunto che: il piddì perde pure quando vince. E sarà un grande stracciarsi di vesti.

Infine la soluzione al mistero: "perchè il piddì ha vinto nonostante tutto?"
Perchè è l'unico partito votabile che c'è in Italia.

domenica 21 aprile 2013

Isterismi asimmetrici

Al segnale ipnotico di Grillo, ("votate Rodotà, poi chissà ...") si scatena il popolo della sinistra. La mitica base, con fare isterico, inizia a chiedere al partito di votarlo assolutamente, senza condizioni.

Poco importa che Grillo non abbia reso esplicita alcuna volontà di collaborare per un governo. La folla, non sente ragioni. A lungo prigioniera dei "no" del Comico, scatta in una pulsione che ricorda la sindrome di Stoccolma. C'è infatti totale benevolenza verso il proprio aguzzino. Rodotà va votato! Senza neanche discutere. Tanto meno trattare. Tutti si appiattiscono sull'idea grillesca che la politica si riduca ad imperativi categorici.

Ma la politica è trattativa, composizione di punti di vista diversi, pensati in autonomia. E così, quando dal PD si leva la proposta compromissoria, perfettamente accettabile, di Prodi presidente, la stessa folla che fu veemente, improvvisamente si cheta. Neanche un gentile appello nei confronti dei grillini a votare Prodi. Silenzio. L'isterismo, ora che andrebbe rivolto all'esterno, scompare.

Grillo rifiuta di convergere? Pace.
Rodotà non si ritira a favore di Prodi? Ignavia
Rodotà si fa strumento nelle mani del cinquestelle per scardinare il PD? Tutto tranquillo.

Isterismi asimmetrici

lunedì 1 aprile 2013

Napolitano cerca di impiccare il PD

Dopo un anno di governo Monti, Napolitano ha di nuovo impiccato il PD al ruolo "di responsabilità" e questa volta senza il consenso del PD.
Per rispondere ad uno stallo eccezionale ha deciso di operare una seria la forzatura costituzionale creando un consiglio di saggi al di fuori delle procedure istituzionali.
Ma, se uno strappo era ammesso, allora tanto valeva farlo per mandare Bersani al Parlamento a giocarsi la carta di un governo di rinnovamento (Saviano, Don Ciotti, gente cosi' ...) in grado di mettere in crisi gli eletti dei cinquestelle.
La mia ricetta adesso: ignorare la commissione dei saggi, eleggere Bersani a presidente della Repubblica, fargli nominare un "supercivile" Presidente del Consiglio, tollerabile da Grillo, e governare con il Parlamento per deberlusconizzare l'Italia.
Se Grillo non ci sta, la sua inutilita' politica diventa chiarissima. Alle elezioni si perderà pure (vince Berlusconi, rassegnamoci, grazie a tutti), ma almeno il partito non tracolla e ha il Presidente della Repubblica per sette anni.

lunedì 25 marzo 2013

Le performance elettorali

Chiariamo una cosa: alle elezioni non sono in ballo le performance dei partiti. A ben vedere, infatti, i partiti sono i soggetti passivi. I soggetti attivi, quelli che compiono l'atto elettorale sono i cittadini. Quando all'estero ci osservano durante le elezioni, non dicono "Il partito *tale* ha fatto ..." oppure "il sistema dei partiti italiano ha prodotto ...". Dicono gli italiani hanno deciso ....

E' ora che gli italiani imparino ad essere responsabili e che, se due terzi sceglie di mandare due buffoni al parlamento, si assumano la responsabilità delle proprie azioni.

mercoledì 24 ottobre 2012

L'americanizzazione forzata delle primarie

Ricordate le primarie di tre anni fa? Dibattiti educati e confronto tra tre visioni diverse del destino della sinistra. Bersani, Franceschini e Marino hanno rappresentato tre anime diverse del partito, hanno girato i circoli, hanno stimolato le riflessioni.
Oggi non e' possibile. Renzi, smanioso di portare la battaglia fuori dal terreno dei contenuti, ha tutto un diverso stile: simile a quello dei candidati televisivi americani. Un Tommy Carcetti, un Darren Richmond (personaggi di serial) protagonisti di ogni colpo basso possibile, ogni spazio sfruttabile, ogni startagemma architettabile.
Adesso si e' inventato un'improbabile ricorso al Garante della Privacy, per ottenere visibilita' a scapito del buon nome del partito, domani se ne inventera' un'altra.
Ma in fondo e' proprio questa la differenza tra i due candidati: sostanza contro stratagemmi, contenuti contro fumo.


lunedì 22 ottobre 2012

La magistratura contro la scienza

"L'Aquila, condanna 'clamorosa' per gli scienziati
Dopo 30 udienze, arriva la sentenza sulla Commissione Grandi Rischi. Scienziati e vulcanologi condannati a 6 anni per omicidio colposo plurimo in relazione al sisma che distrusse il capoluogo abruzzese. Gli esperti erano accusati di aver dato avvertimenti insufficienti sul terremoto"


I terremoti non si possono prevedere? Ma che importa?Ecco dai tribunali un perfetto esempio dello spirito di analfabetismo scientifico che permea l'Italia.

Diamo la buonanotte al contributo degli scienziati alla protezione civile, da oggi solo maghi e rabdomanti. Ma ce li meritiamo.

giovedì 24 novembre 2011

Tenete le righe!!!

Fassina da mesi rappresenta la linea del partito su lavoro ed economia (approvata recentemente all'unanimita': http://beta.partitodemocratico.it/doc/211428/lavoro-il-progetto-approvato-dalla-conferenza-nazionale-pd.htm)
Questo, ipso facto, fa venire mal di pancia alla minoranza. Alla minoranza poi disturba ancora di piu' che tale sia la linea di Bersani e, del Partito tutto (cfr. Primarie, Congresso, conferenza lavoro).

Il partito e' diventato una cosa diversa da quello che sperava De Benedetti, peccato.

La minoranza pero' non si da per vinta e vede nella congiuntura, e nel governo Monti, una GRANDE occasione per saltare al collo a Bersani. Solo che cinque impazienti hanno rotto le righe con troppo anticipo.